L’obiettivo del trattamento minimamente invasivo per l’iperplasia prostatica benigna (BPH) è quello di ridurre i sintomi del tratto urinario inferiore e, di conseguenza, migliorare la qualità della vita, riducendo al minimo gli effetti collaterali del trattamento. A tal fine, una varietà di procedure minimamente invasive sono state introdotte come alternative alla prostatectomia transuretrale (TURP)-il gold standard per il trattamento BPH. Alcune di queste terapie utilizzano il calore per vaporizzare il tessuto nella prostata, un processo noto come termoablazione.
Una delle procedure termoablative più comuni, l’ablazione transuretrale dell’ago (TONNO), è disponibile da più di un decennio. Sebbene alcuni studi abbiano riferito che la procedura è associata a meno complicazioni rispetto alla TURP, come un minor rischio di sanguinamento, la maggior parte degli urologi l’ha abbandonata. Infatti, le linee guida 2018 dell’American Urological Association sulla gestione chirurgica dei sintomi del tratto urinario inferiore correlati a BPH consigliano che la procedura non dovrebbe più essere raccomandata.
Secondo le linee guida, una ricerca pubblicata, sebbene limitata, ha dimostrato che le dimensioni della prostata dopo il TONNO sono ridotte meno di quanto inizialmente previsto. Ulteriori motivi per la raccomandazione includono risultati incoerenti sulla risposta a breve e lungo termine al trattamento e la mancanza di chiarezza su quali uomini sono candidati idonei per la procedura.
Sebbene il TONNO non sia più raccomandato, sono disponibili diversi altri trattamenti. Parla con il tuo urologo delle tue opzioni.