SOMMARIO
Il batterio gram-negativo Yersinia pestis è responsabile della peste mortale, una malattia zoonotica stabilita in focolai stabili nelle Americhe, in Africa e in Eurasia. La sua persistenza nell’ambiente si basa sul sottile equilibrio tra terreni contaminati da Y. pestis, mammiferi scavatori e non brucianti che presentano gradi variabili di suscettibilità alla peste e le loro pulci associate. La trasmissione da un ospite all’altro si basa principalmente sui morsi delle pulci infetti, inducendo i tipici linfonodi dolorosi e ingrossati denominati bubboni, seguiti da disseminazione setticemica del patogeno. Al contrario, l’inalazione di gocce dopo uno stretto contatto con mammiferi infetti induce la peste polmonare primaria. Infine, il consumo raramente riportato di carne cruda contaminata causa la peste faringea e gastrointestinale. La diagnosi del punto di cura, il trattamento antibiotico precoce e le misure di confinamento contribuiscono al controllo dell’epidemia nonostante la mortalità residua. La prevenzione primaria obbligatoria si basa sulla sorveglianza attiva dei focolai di peste stabiliti e sul controllo ectoparassita. La peste è riconosciuta per aver infettato le popolazioni umane per almeno 5.000 anni in Eurasia. I genomi di Y. pestis recuperati da siti archeologici colpiti hanno suggerito un’evoluzione clonale da un antenato comune condiviso con il patogeno enterico strettamente correlato Yersinia pseudotuberculosis e hanno indicato che l’acquisizione del gene ymt durante l’età del bronzo conferiva a Y. pestis la trasmissibilità ectoparassita mantenendo la sua trasmissibilità enterica. Sono state descritte tre pandemie storiche, a partire dal 541 d.C. e che continuano fino ad oggi. Allo stato attuale, la terza pandemia è diventata in gran parte quiescente, con centinaia di casi umani segnalati principalmente in alcuni paesi africani impoveriti, dove la peste zoonotica è per lo più trasmessa alle persone dai morsi delle pulci associati ai roditori.