Vitamina D Biodisponibilità: lo Stato dell’Arte

C’è stato un rinnovato interesse per la vitamina D, poiché numerosi studi recenti hanno suggerito che oltre alla sua consolidata ruoli nel metabolismo osseo e immunità, lo status di vitamina D è inversamente associato con l’incidenza di diverse malattie, per esempio, tumori, malattie cardiovascolari e malattie neurodegenerative. Sorprendentemente, ci sono pochissimi dati sui fattori che influenzano l’assorbimento di questa vitamina liposolubile, anche se è riconosciuto che la vitamina D dietetica potrebbe aiutare a combattere contro lo stato di vitamina D subdeficiente che è comune in diverse popolazioni. Questa recensione descrive lo stato dell’arte per quanto riguarda il destino della vitamina D nel tratto gastrointestinale superiore umano e sui fattori che si presume influenzino la sua efficienza di assorbimento. Le principali conclusioni sono: (i) ergocalciferolo (vitamina D2), il modulo utilizzato prevalentemente negli integratori e in alimenti fortificati, è apparentemente assorbito con efficienza simile a colecalciferolo (vitamina D3, il principale alimentare forma), (ii) di 25-idrossivitamina D (25OHD), il metabolita prodotto nel fegato, e che possono essere trovati in alimenti, è assorbito meglio di nonhydroxy vitamina D forme colecalciferolo e ergocalciferolo, (iii) la quantità di grasso con cui la vitamina D viene ingerito non sembra modificare significativamente la biodisponibilità di vitamina D3, (iv) la matrice alimentare apparentemente ha poco effetto sulla biodisponibilità di vitamina D, (v) i poliesteri di saccarosio (Olestra) e tetraidrolipstatina (orlistat) probabilmente diminuiscono l’assorbimento della vitamina D e (vi) non vi è apparentemente alcun effetto dell’invecchiamento sull’efficienza di assorbimento della vitamina D.

Troviamo anche che non vi è sufficiente, o addirittura nessun dato sui seguenti fattori sospettati di influenzare la biodisponibilità della vitamina D: (i) effetto del tipo e della quantità di fibra alimentare, (ii) effetto dello stato della vitamina D e (iii) effetto della variazione genetica delle proteine coinvolte nel suo assorbimento intestinale.

In conclusione, sono necessari ulteriori studi per migliorare la nostra conoscenza dei fattori che influenzano l’efficienza di assorbimento della vitamina D. Sono necessari studi clinici con vitamina D marcata, ad esempio deuterato o 13C, per valutare in modo accurato e definitivo l’effetto di vari fattori sulla sua biodisponibilità.

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